DISIDRATAZIONE e COLPO DI CALORE

Come aiutare le persone anziane ad evitarli

Perchè la disidratazione è pericolosa soprattutto per gli anziani?

Per disidratazione si intende uno squilibrio idroelettrolitico che consiste in un’alterazione del rapporto tra acqua ed elettroliti nel corpo che si può verificare sia per la perdita di acqua e sali minerali che per un’assunzione insufficiente di liquidi.

Le persone anziane, soprattutto se allettate, sono particolarmente suscettibili alla disidratazione a causa dei cambiamenti dovuti all’età, che portano tra le altre cose ad avere una scarsa sensazione della sete o una limitata autonomia, che gli impedisce di provvedere alla propria corretta idratazione. Tra i fattori di rischio si riscontrano scarsa mobilità, ipertensione, cure farmacologiche diuretiche, scarsa autonomia, ma tra i soggetti autonomi il problema spesso è anche la negligenza nel voler dar seguito allo stimolo della sete.

Vomito, diarrea e febbre sono circostanze che espongono ad un veloce peggioramento dello stato di disidratazione.

 

Come evitare che una persona anziana si disidrati?

Negli anziani, anche se disidratati, manca lo stimolo della sete e per questo è importante che i familiari o chi accudisce l’anziano lo inviti a bere più volte al giorno.

Bere acqua! Anche se può sembrare una banalità, è importante sapere che bibite contenenti caffeina, zuccheri, dolcificanti o alchool hanno un potere idratante inferiore a quello dell’acqua. Uno dei metodi per controllare l’assunzione quotidiana di liquidi è quella di compilare una scheda in cui viene registrata la quantità di liquidi introdotti durante la giornata, per assicurarsi di assumerne a sufficienza.

Accompagnare l’assunzione dei farmaci durante la giornata con abbondante acqua rappresenta un espediente efficace al fine di migliorare l’idratazione. Se la persona si rifiuta di assumere liquidi, può rivelarsi utile rivolgersi al proprio medico di fiducia per valutare una diversa modalità di intervento.

 

Quanta acqua dovrebbe bere un anziano?

 Anche se non c’è una quantità standard da assumere quotidianamente ed esistono molti metodi per definire la quantità giornaliera raccomandata, la quantità considerata ottimale può variare.  Considerando che per ogni kg corporeo sono necessari 30ml d’acqua, il quantitativo per assicurare un’adeguata idratazione in un soggetto anziano non dovrebbe essere inferiore a 1.600 ml/24 ore, circa un bicchiere d’acqua ogni 90 minuti nell’arco della giornata.

 

Come individuare uno stato di disidratazione?

Secchezza delle mucose, lingua bianca, occhi infossati, sonnolenza, debolezza dei muscoli della parte superiore del corpo, difficoltà di parola e confusione, crampi, perdita di peso, irritabilità e allucinazioni sono segni a cui prestare attenzione, che possono rappresentare sintomi più o meno gravi di uno stato di disidratazione.

 

Cos’è il colpo di calore?

L’età  rende più vulnerabili le persone al colpo di calore: per via della minor presenza di ghiandole sudoripare sulla pelle, che comporta una  ridotta efficacia della dispersione di calore tramite il sudore, l’organismo reagisce favorendo la dilatazione dei vasi e sottraendo sangue agli organi interni per irrorare in modo più consistente i capillari della pelle. A causa della perdita dei liquidi il sangue diventa più denso, sottoponendo il cuore ad un maggiore sforzo per farlo circolare. Se la termoregolazione si blocca, si può creare un accumulo di calore che causa un innalzamento improvviso della temperatura corporea sopra i 40°, rendendo necessario un intervento d’urgenza.

 In questi casi si deve cercare di abbassare la temperatura corporea della persona che ne è stata colpita, facendola distendere in una zona fresca e ventilata e raffreddandola rapidamente con l’ausilio di panni imbevuti di acqua fresca e garze per idratare la lingua, senza però dare nulla da bere.

E’ importante aiutare le persone anziane ad assumere la quantità di liquidi necessaria al corretto funzionamento delle funzioni fisiologiche, soprattutto dove si presentano casi di anziani con demenza, allettati o non autonomi.